Nessun orgoglio nel genocidio: le organizzazioni LGBTQIA+ di tutto il mondo chiedono il boicottaggio di Eurovision 2024
In seguito al rifiuto dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) di escludere lo Stato coloniale e genocida di Israele, facciamo eco all’appello palestinese che chiede alle emittenti, ai concorrenti, ai lavoratori e agli spettatori di boicottare l’Eurovision 2024. Esortiamo tutti i concorrenti, compresi quelli che recentemente hanno dichiarato di non volersi ritirare, a considerare il loro posto nella storia e a usare la loro voce per una solidarietà significativa boicottando il concorso.
Permettendo a Israele di competere all’Eurovision, l’UER non solo è complice nel “whitewashing” del genocidio in corso, ma dà spazio al “pinkwashing” di Israele – il cinico sfruttamento dei diritti LGBT per proiettare un’immagine progressista – mentre quest’ultimo commette un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza. L’Eurovision ha attirato l’interesse, la passione e il sostegno della comunità LGBTQIA+ per decenni e Israele comprende bene il valore propagandistico del concorso. Nelle parole del presidente israeliano Isaac Herzog, “è importante per Israele partecipare all’Eurovision”.
Nonostante le chiare richieste del Sindacato dei giornalisti palestinesi e del movimento BDS, insieme agli artisti di Svezia, Finlandia e Islanda, gli organizzatori dell’Eurovision hanno deciso di mantenere Israele nella competizione di quest’anno, dichiarandola “un evento non politico”. Si tratta di un cambiamento di rotta rispetto al 2022, quando l’UER aveva bandito la Russia dalla competizione dopo l’invasione dell’Ucraina. L’UER ignora anche la sentenza della Corte internazionale di giustizia secondo cui Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio.
Il cinico “pinkwashing” di Israele è stato al centro della sua partecipazione all’Eurovision per molti anni. Fin da quando ha adottato la strategia “Brand Israel” nel 2005, la strumentalizzazione da parte di Israele dei diritti LGBT+ e dello stile di vita gay liberale è stata la chiave della campagna di propaganda del suo marchio nazionale per nascondere il suo regime di apartheid. L’Eurovision – la celebrazione per eccellenza del camp e dell’ostentazione – rappresenta un’occasione perfetta per Israele per fare “pinkwashing” della sua sistematica negazione dei diritti dei palestinesi.
Dall’ottobre 2023, Israele ha ucciso più di 32.000 palestinesi a Gaza e ne ha feriti oltre 75.000. Oltre 1,7 milioni di palestinesi sono stati sfollati. Le principali organizzazioni internazionali per i diritti umani e gli esperti delle Nazioni Unite riferiscono che Israele sta usando la fame come arma contro i palestinesi di Gaza, con il suo assedio che provoca carenze mortali di cibo, acqua e medicinali essenziali. Vergognosamente, i governi e le istituzioni europee continuano a fornire a Israele armi, finanziamenti e sostegno politico.
Non ci può essere liberazione queer e trans senza libertà, giustizia e uguaglianza per i palestinesi. Per oltre 75 anni, il regime di apartheid coloniale di Israele ha derubato, oppresso, ripulito etnicamente, impoverito, imprigionato e ucciso i palestinesi indigeni, queer e non. Ora vediamo i soldati israeliani sventolare bandiere arcobaleno sulle rovine delle case palestinesi che hanno appena bombardato.
Israele si arma dell’omofobia e della violenza contro i queer palestinesi per promuovere il suo programma coloniale. Diffonde una propaganda razzista secondo la quale la Palestina non è sicura per i queer. Pretende di portare i diritti e le libertà LGBT a Gaza, mentre uccide i palestinesi queer insieme ai loro amici e alle loro famiglie. Israele cerca di cancellare la queerness palestinese, ma i palestinesi queer continuano a esistere e a resistere come hanno fatto per decenni. Ora più che mai, è tempo per i queer di tutto il mondo di intraprendere un’azione seria e strategica in solidarietà con i nostri fratelli palestinesi.
Siamo rincuorati dalla decisione del Rio Cinema di cancellare la più grande proiezione londinese dell’Eurovision, e dalle migliaia di artisti, politici e individui in tutta Europa che hanno chiesto l’esclusione di Israele dall’Eurovision 2024. Ispiriamoci al crescente movimento globale per la liberazione della Palestina e intensifichiamo le nostre azioni. Non si può permettere che l’Eurovision continui come al solito mentre Israele tenta di annientare o ripulire etnicamente l’intera popolazione di Gaza.
Come collettivi queer della Palestina e di tutto il mondo, rifiutiamo che le nostre identità vengano strumentalizzate dal regime di apartheid coloniale di Israele. Il nostro orgoglio risiede nelle nostre lotte collettive per la fine della colonizzazione, dell’occupazione e del genocidio ovunque. Il nostro orgoglio è nel movimento di liberazione per tutti noi. Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera.
CHIEDIAMO ALLA COMUNITÀ QUEER GLOBALE DI UNIRSI A NOI:
- Chiedere ai partecipanti all’Eurovision di rifiutarsi di esibirsi in questo concorso che nasconde il genocidio.
- Organizzare azioni creative per fare pressione sulle emittenti nazionali affinché si ritirino dall’Eurovision.
- Chiedere che le sedi locali cancellino le loro feste di proiezione dell’Eurovision e ospitino invece eventi educativi sul pinkwashing di Israele.
- Aderire al movimento BDS
- Rispondete all’appello di Queers In Palestine
- Condividere questa campagna con gli amici, i compagni, gli amanti e la famiglia scelta.